Le 6 Dimensioni che Caratterizzano lo Stato di Protezione delle Infrastrutture Critiche
La protezione delle infrastrutture, soprattutto quelle critiche (Critical Infrastructure Protection - CIP), spesso si riflette o si riduce alla preparazione in previsione di un eventuale evento (es. attacco terroristico, disastro naturale ecc.) oppure a fronte dell'eventuale recupero dopo l'evento (es. il terremoto dell'Aquila). In questo modo le azioni risultanti tentano di confluire in una nozione temporale dove si pianifica il futuro sulla base di quello che è lo stato di oggi.
Indubbiamente quest¿approccio offre il vantaggio della praticità, ma lascia una serie di interrogativi senza risposta quali, ad esempio, per quale motivo un'infrastruttura si trova nello stato in cui è? in quale stadio si trova o dovrebbe trovarsi la protezione di un'infrastruttura
critica? Quali sono le leve che consentono di affrontare l¿argomento della protezione e pertanto migliorala? Come si procede al confronto del grado di protezione tra infrastrutture (anche molto diverse) e perchè sussistono tali differenze?
Da queste domande nasce l¿idea di formulare un modello che tenga conto di una serie di dimensioni che raccontano e descrivono passato, presente e futuro delle protezioni di un'Infrastruttura Critica (Critical Infrastructure - CI). L'opportunità viene offerta dal progetto ERN-CIP, sponsorizzato dalla Commissione Europea nel contesto del EuropeanProgramme for Critical Infrastructure Protection e relativa direttiva, la cui fase di preparazione e valutazione è attualmente in via di completamento.
Infatti, analizzando i dati raccolti durante questa fase del progetto ERN-CIP, vengono individuate 6 diverse dimensioni che sono rispettivamente: Cultura, Storia, Esperienza, Legislazione, Politica e Terreno o CHELPT nella versione Inglese. Queste 6 dimensioni
determinano ed indirizzano non solo la protezione delle infrastrutture critiche ma anche le relative politiche messe in atto anche per gestirle. Di fatto le 6 dimensioni diventano la base per un modello prototipo denominato CHELPT.
Si è cosi scoperto che alcuni strumenti utilizzati per la gestione manageriale di un'azienda possono trovare anche applicazione per il CIP quali il ciclo di vita, analisi SWOT e PEST, e strategia aziendale. In questa maniera il modello CHELPT non solo permette di rispondere
alle domande poste in precedenza, ma anche di formalizzare un approccio o perfino una piattaforma sulla quale si può capire, contestualizzare e/o impostare il passato, presente e futuro di CIP per infrastrutture singole o multiple.
Indubbiamente la varietà di definizioni del mondo CIP rispecchia non solo la complessità dell'argomento protezione, ma anche la sua "giovinezza" in questo campo. Infatti la consapevolezza della delicatezza e l'evoluzione risale soltanto agli anni novanta.
WARD David;
2011-07-06
Tecna Editrice
JRC62690
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